martedì 22 maggio 2012

Cronache dall’Islanda – appunti di viaggio del Comenius organizzato dall’Istituto Magistrale “Varrone” di Cassino


18 – 19 maggio 2012
La mia meta?! L’islanda. Una terra sconosciuta a molti, ma ricca dal punto di vista turistico. Venerdì mattina ero alquanto spaventata perché non avevo mai preso un aereo prima d’ora. Con me c’erano Alina (la mia compagna di scuola), la professoressa Maria Teresa Cellucci e la mia preside, professoressa Filomena Rossi, tutte accomunate dal Comenius.
Sull’aereo (rivelatosi del tutto “innocuo”, dopo le mie paure iniziali), abbiamo letto alcune curiosità riguardanti l’isola. Fin dall’inizio abbiamo capito che gli islandesi sono molto attenti e scrupolosi per tutto ciò che riguarda la natura. La giornata di venerdì è trascorsa in giro per aeroporti: Fiumicino, Londra-Gatwick e, infine, Rejkjavik.
Appena atterrate sulla nostra meta finale, con tutta franchezza, devo dire che lo spazio che ci siamo trovate di fronte appariva  inospitale: chilometri e chilometri di terra, solo terra, o per meglio dire, una landa coperta di sassi vulcanici, muschi e licheni.  Tutto ciò ci ha lasciate perplesse; ancora non sapevamo quali spettacoli ci riservava la natura. Insieme con le altre professoresse e i nostri coetanei olandesi, finlandesi, francesi, spagnoli, portoghesi, irlandesi e italiani di Benevento - dopo un viaggio che già sembrava avventuroso - ci siamo recati al centro che ci avrebbe ospitato per la nostra prima notte. Con molta sorpresa, abbiamo avuto una casetta di legno, una per ogni Paese: affacciandoci dalle finestre, potevamo vedere solo una distesa erbosa fino all’orizzonte. Dello scenario, però, faceva parte anche un fortissimo e freddissimo vento, talmente forte da piegare gli alberi che si preparavano a fiorire. Stanchi del viaggio e affamati, siamo andati a cenare in un’altra casetta poco distante dalla nostra, ma molto più grande.
Al contrario di quanto ci aspettavamo, il cibo non era niente male: ci hanno servito delle patate al forno e della saporita carne condita da una delicata salsina di verdure. Dato che dormivamo letteralmente in piedi, siamo ritornati nelle nostre case. Abbiamo scoperto che qui, in questo periodo, non è mai buio, almeno non del tutto, perché la luce c’è sempre, diminuisce solamente, ma solo per due o tre ore della notte.
La mattina, a causa del fuso orario (due ore meno dell’Italia), ci siamo alzati alle cinque perché per noi era come se fossero le sette, l’ora in cui quotidianamente ci alziamo. Il tempo è trascorso lentamente, ma alla fine sono arrivate le otto e l’ora della colazione. Una colazione molto abbondante che andava dai croissant ai classici toast con burro e marmellata. Preparati i panini per il pranzo e caricate le valigie sull’autobus, abbiamo dato il via la nostro tour islandese.
Non potevamo non visitare l’attrazione più bella dell’Islanda: le cascate di Gulfoss. Innumerevoli litri di acqua potabile che scrosciavano e s’infrangevano sulle rocce che il vento, inconsapevole complice, alzava e faceva ondeggiare nell’aria in una danza  di minuscole goccioline d’acqua, tanto che sembrava  piovesse. Uno scenario da togliere il fiato!
Avrei potuto rimanere a osservare lo spettacolo e ascoltare il fragore per ore, ma il vento gelido e il tempo a disposizione me lo impedivano.
Un’altra delle mete più visitate è Geysir e i suoi geyser. Delle vere e proprie esplosioni di acqua bollente che, dalla terra, salgono al cielo con temperature che vanno dagli 80° ai 100° e che possono raggiungere i 30 metri di altezza. I geyser sono delle pozze sulfuree che, una volta riempite di acqua, “sputano” appunto acqua a temperature elevate,  emettendo un tonfo fortissimo. Anch’esso uno spettacolo per i nostri occhi.
Come tutti ricordiamo, il 14 aprile 2010 è iniziata l’attività vulcanica della montagna Katla seguita dall’esplosione del maggio successivo del vulcano Eyjafiallajokull. Ciò ha comportato notevoli ripercussioni negative nei giorni successivi  per gli uomini,  per gli animali e per i corsi d’acqua, alcuni dei quali sono letteralmente scomparsi a causa della cenere. Anche i ghiacciai hanno subito delle conseguenze disastrose perché, per il calore della lava, si sono sciolti causando delle alluvioni. Per ripercorrere quei tragici giorni, abbiamo visitato un museo appositamente creato e assistito alla proiezione di un filmato che mostrava, nei minimi particolari, quello che era accaduto due anni orsono.
Abbiamo poi ripreso il pullman notando che l’Islanda fa letteralmente “acqua da tutte le parti”. Infatti, nelle fessure delle montagne s’insinua l’acqua che, fuoriuscendo, forma delle piccole, ma spettacolari cascate.
Nella seconda metà del pomeriggio, con il traghetto, siamo arrivati all’Arcipelago Vestmannaeyjai, sull’Isola di Heimaey. Alina ed io siamo state calorosamente accolte da una famiglia del luogo e, dopo la sistemazione nelle nostre camere, siamo andate a cena. Abbiamo particolarmente apprezzato il gesto di calorosa accoglienza che ci è stato riservato: due saporitissime pizze preparate secondo la ricetta napoletana, una tipo pizza margherita con dell’ottimo formaggio anziché la mozzarella, salame piccante e bacon, l’altra con solo formaggio.
Anche se il vento soffiava fortissimo, abbiamo deciso di uscire con la figlia più piccola dei nostri ospiti (una simpatica ragazza di quindici anni) che ci ha condotte a casa di un’amica  e che, insieme ad altre due ragazze, ci ha insegnato dei giochi con le carte.
È così trascorsa una serata diversa dal solito!
Un ultimo appunto è d’obbligo: gli islandesi hanno molto gusto nell’arredare le proprie case, dal lampadario alla poltrona niente è casuale o fuori posto.
                                                                            Alessia Valente
                                                                            Liceo delle Scienze Umane                 



                                            Reykjavik



                                            Geysir


                                              Gulfoss  
                                             



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