venerdì 4 maggio 2012

CERVARO IERI E OGGI

“Cervaro, terra generosa e bella, per le tue aurore che inondano di luce la campagna, quando il sole travalica le cime e fa brillare diamanti di rugiada sulle foglie. Dal bosco il merlo scende dalla campagna e i passeri volano di quercia in quercia per poi scomparire in un campo di grano. Sovente, in fondo alla vallata, un ovattato mare di nebbia riluce al sole, mentre all’orizzonte, che si perde in lontananza, i monti disegnano il loro marcato profilo verso il Tirreno e il Garigliano. Si erge, austero, monte Trocchio, a margine della via che incomincia ad ancheggiare. Sulle tue colline si distendono morbidi prati, su cui crescono orti verdi e profumati rosmarini”.

Questa è una testimonianza, tradotta in italiano, pervenutaci da un nostro concittadino. In effetti, l’ambiente che si presentava all’epoca era questo, molto più tranquillo rispetto al fervore urbano attuale. Tuttavia passeggiando per le strade del centro storico si possono ammirare le bellissime finestre dei palazzi baronali e delle case antiche medievali. Ancora oggi in Piazza Casaburi pulsa il cuore di Cervaro. All’interno di quest’ultimo ritroviamo viva come non mai la maestosa presenza del colle di Cervaro, splendido per il suo inverosimile paesaggio; rimembra ancora le sembianze che possedeva circa sessanta anni or sono.

Giaceva all’interno di esso, proprio sulle sue alture, un cervo da cui è scaturito il nome di questa città. La sua storia la si fa risalire proprio ad un aneddoto che ha per protagonisti gli abitanti stessi che intravidero su quelle sommità, vagante nella sua straordinaria bellezza, un cervo, probabilmente in cerca di un suo simile. Fu proprio questo stupore a indurre gli abitanti ad attribuire al paese il nome di Cervaro.

Ancora oggi, Cervaro dispone di una sorgente da cui fuoriesce un’acqua limpida e fresca, una delle migliori della zona, proveniente dalle Mainarde. Proprio per questo, nell’antichità, le donne erano solite riunirsi nei dintorni di questa cava, sia per il lavaggio dei vestiti e sia per raccogliere l’acqua per uso domestico. La ricordiamo, dunque, con il nome di Acquacandida. Poco distante, soprattutto nella città sottostante di San Vittore, nasce un vento rinomato per la sua straordinaria forza, tale da giungere sino a Cervaro, addentrandosi all’interno di esso così da essere ancora ricordato come “vento di terra” perché solleva, soprattutto nelle campagne, numerosi polveroni. Non per niente, dagli abitanti di questa città ci provengono numerosi detti che fanno riferimento a tale vento; ad esempio, c’è un proverbio che dice: “febbraio scassa pagliaio” poiché si racconta che a febbraio il vento è più forte rispetto a tutti gli altri mesi.

Un’altra caratteristica del territorio cervarese è il suo pregiato e ricercatissimo olio, che nasce dai suggestivi uliveti, posti specialmente sul monte Aquilone. Da differenti parti d’Italia è molto richiesto, tanto che i coltivatori cervaresi hanno chiesto il marchio DOP e IPG per valorizzarlo meglio.

Con entusiasmo ed affetto abbiamo evidenziato gli aspetti positivi di questa città, ma come spesso accade vari e differenti sono gli svantaggi che albergano all’interno di essa. Un esempio ne è il fenomeno che annualmente si presenta nella stagione estiva, ossia gli incendi boschivi. La causa di essi, a parer nostro, potrebbe essere dolosa, perché alcuni adolescenti del posto, forse per puro e folle divertimento, diventano dei veri e propri piromani. Così facendo, generano paura e tensione negli animi di coloro che, per anni, spesso con sofferenza, hanno lavorato amorevolmente il loro terreno. Si può comprendere, dunque, l’ansia e la preoccupazione presente all’interno della popolazione qualora un incendio si insinuasse alle porte della città.

Come ci ha detto il nostro Sindaco, Ennio Marrocco, vi è un piano in fieri della Protezione Civile che, per prevenire questi incendi, a breve dovrebbe essere operativo. Comunque, è necessario stimolare nell’animo di ogni cittadino una maggiore sensibilità per il rispetto dell’ambiente, anche per quanto riguarda le aree verdi presenti sul territorio di Cervaro. Quest’ultime sono una risorsa per tutti, un punto di riferimento sia per i più piccoli e sia per gli adulti.

Le operazioni di manutenzione però non sono sempre del tutto efficaci perché sono previsti alcuni interventi che si tarda ad attuare. Il più importante riguarda il ripristino di un pozzo già esistente, così che l’acqua piovana possa essere incanalata in due cisterne, che costituirebbero una riserva idrica sufficiente per il centro abitato e per tutte le aree verdi limitrofe. Altri provvedimenti riguardano gli impianti di depurazione e del metano. Questi ultimi due, come dichiarato dal Sindaco, saranno ampliati per consentirne l’utilizzo da parte di tutti i cittadini poiché, attualmente, ne usufruisce solo il sessanta per cento della popolazione cervarese.

Tematica di maggior discussione negli ultimi tempi è l’attuazione della raccolta differenziata. Non tutti ne sono al corrente, pertanto ci facciamo portavoce del Sindaco per invitare tutti a partecipare attivamente a tale progetto che produrrà un enorme beneficio generale.

Così come stavamo narrando, svanisce lentamente la fitta nebbia che coinvolgeva gli abitanti di questa città. Sappiamo bene che domani farà il suo ritorno, viva come la storia che ancora oggi riaffiora e rimbomba tra le mura antiche di questa città. Così come nei nostri, è ben noto il suo ricordo negli occhi dei turisti che vanno via da qui per fare ritorno alla loro vita quotidiana. Le ragioni presenti nei cuori di chi soggiorna qui ci sembrano ovvie, le tante motivazioni finora citate ne sono la dimostrazione chiara ed evidente ad ulteriore testimonianza di un incanto che non si può dimenticare.

Valente Alessia e Marano Simona II ASU

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