lunedì 28 maggio 2012

Cronache dall'Islanda – 2^ parte


Prosegue il nostro viaggio in Islanda all’insegna del divertimento e della curiosità. Domenica mattina abbiamo potuto dormire un po’ di più: infatti, la nostra sveglia è suonata alle 9,30. La colazione era molto abbondante, com’è solito esserlo qui; c’erano peperoni, cetrioli, uova, pomodori, burro, skyr (un tipico formaggio fresco mescolato con panna, zucchero e frutta), uva, pane, prosciutto, formaggio e un dolce al cioccolato. Non avrei mai pensato di fare una colazione del genere, eppure non è niente male! Per pranzo, insieme ad Asta, la ragazza che ci ha ospitato, abbiamo incontrato le nostre professoresse in un ristorante qui vicino. Ci hanno servito degli ottimi bastoncini di merluzzo, delle patatine fritte con della maionese, un pasticcio di cipolle, patate e pesce e del ‘brownbread’, una specie di pane tipico islandese. Come dolce c’erano due torte, una al cioccolato e una alla vaniglia: devo dire davvero ottime! Abbiamo poi trascorso tutto il pomeriggio in autobus tra una fermata e l’altra.
Prima tappa del nostro giro era il ‘Cimitero delle Case’ e la vicina ‘Pompei del Nord’. A causa dell’eruzione vulcanica del 1973, infatti, sono rimaste sotto la cenere centinaia di case e in loro memoria vi è un cimitero. Tuttavia si sta cercando di riportare alla luce ciò che ne è rimasto. Proseguendo, siamo giunti presso il vulcano Eldfell, la cui ultima eruzione risale al 1973. Questa, a causa della grande quantità di colata lavica, creò una nuova area chiamata Eldfellstraun. Con grande spirito di avventura, ci siamo incamminati su una pendice secondaria del vulcano. Ciò non è stato per niente facile: il vento, con moltissima forza, spirava contro di noi e sollevava tanta cenere, che finiva soprattutto nei nostri occhi. Prima di tornare a casa abbiamo visitato il museo di Surtsey, un’isola formata da un’eruzione vulcanica sottomarina tra il 1963 e il 1967. Nel luglio 2008 è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco e, attualmente, gli scienziati studiano su di essa la colonizzazione di piante, animali e organismi marini: per questo motivo rimane chiusa al pubblico. Ma non ci siamo dedicate solo alle questioni “importanti”; con nostra grande sorpresa, Asta ci ha portate a vedere una partita di calcio in uno stadio dell’isola. Però, l’unica cosa che abbiamo capito con ragionevole certezza è che la partita è finita in parità!
Quando siamo tornate a casa, appena varcata la soglia di ingresso, ci ha avvolto un profumino delizioso: erano lasagne. Certo, non sono come le nostre lasagne italiane, ma devo dire che non erano niente male. Così, con questo odore, ci siamo addormentate sapendo che un altro giorno era passato e che l’indomani ci attendeva di sicuro con qualche interessante novità. Lunedì mattina ci siamo alzate presto perché alle 8,00 dovevamo stare in una delle scuole aderenti al Comenius. Quella in cui siamo andate noi era una scuola elementare: è grandissima e ci sono molti laboratori: di musica, di scultura, di cucito, di falegnameria, di disegno, di cucina, oltre la mensa e uno spazio esterno dove i bambini possono giocare. Ogni paese dell’Unione Europea doveva fare una lezione nella propria lingua madre in un classe della scuola. A noi è capitata una quinta classe; qui abbiamo insegnato ai bambini i numeri, i colori e le regioni italiane. Sembravano davvero entusiasti e devo ammettere che apprendono davvero velocemente. In un batter d’occhio era passata un’ora perché stare in loro compagnia è stato molto piacevole. Molto carino è stato anche frequentare la mensa, a mangiare tutti insieme. Il menù era semplice: pesce e patate. Dopo aver preso un caffè e un pezzo di dolce nella sala dei professori, siamo andati a fare una passeggiata sulla costa, che si trova poco distante dalla scuola. Abbiamo visto una montagna sul mare che aveva la forma di un elefante: era davvero realistico! L’acqua era limpida ma, a causa del forte vento, il mare era molto agitato. Travestiti da personaggi dell’epoca, i bambini ci hanno offerto, in una casetta sulla costa, una bevanda (malto e aranciata) e dello harzifiskur (fettine di pesce essiccato). Scattata qualche foto siamo tornati a scuola.
Dato che quando fa molto freddo il corpo consuma molte calorie, ne consegue il fatto che mangiavamo sempre. Infatti, solo dopo una ricca merenda, abbiamo osservato tutti i lavori che avevano preparato le varie scuole dei paesi partecipanti. Verso le 17,00, insieme ad Asta, non poteva mancare un giro per i negozi; non se ne trovano molti, ma quelli che ci sono hanno un aspetto carino. Avendo questa rara possibilità, non potevo sprecarla per non comprare la liquirizia! Ed eccoci alla fine del nostro soggiorno: questi giorni sono trascorsi velocemente, ma ognuno con il suo indimenticabile fascino.

Alessia Valente
II A Liceo delle Scienze Umane
Istituto Magistrale “Varrone” di Cassino


La costa islandese. A destra si nota la roccia a forma di elefante


La famiglia che ci ha ospitate (la terza a destra sono io e la quarta è la mia compagna Alina)




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