domenica 26 aprile 2015

PARLIAMO DI MUSICA


            Qualche giorno fa mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulla musica, pensavo fosse un argomento leggero e semplice da trattare, invece non mi sono mai sentito così inadeguato.
            Così ho pensato: cosa c'è di meglio che scriverlo mentre ascolto la mia playlist preferita? Potrebbe essere lo stimolo migliore per affrontare tematiche del genere!
            Mai come questa volta ho avuto ragione; in fondo, se ci pensate, un po’ tutti noi siamo condizionati nella vita quotidiana dalla musica. Ci sono persone che non  ne possono fare a meno, altre che modificano il proprio stato d'animo a seconda della traccia in esecuzione. Forse qualcun altro nemmeno ci pensa fino a quando non gli arriva  qualche nota in sottofondo…

            Nella mia vita la musica da oltre dieci anni occupa i due terzi del mio impegno  quotidiano;  sin  dalle elementari mi divertivo con dei piccoli complessi musicali, e più vado avanti più diventa una passione… chissà, magari un giorno mi ritroverò in una orchestra! 
            Oltre alle esercitazioni e allo studio quotidiano (frequento il conservatorio oltre al mio liceo), amo la sera riempire di suono la mia camera, magari ad una certa ora, assicurandomi di essere solo e non poter essere disturbato in alcun modo. Secondo molti psicologi, la musica aiuta le persone a mantenere un certo autocontrollo; quanti di voi infatti la sera indossate le cuffie  per rilassarsi dopo una giornata di stress?
            Sembrerà un controsenso ma io, per esempio, ho bisogno di riposarmi con i miei artisti preferiti, dopo aver suonato per qualche ora il mio strumento.

  Nella maggior parte dei casi, il grado di partecipazione a ciò che si sente è dato dal nostro stato emotivo: cantiamo se siamo felici, ci limitiamo ad ascoltare in silenzio la canzone se tristi. Come riporta Fabri Fibra nei suoi testi, viviamo in tempi duri, contrassegnati da odio ed ignoranza. Quindi mi chiedo quanto la musica possa aiutare a cambiare la nostra società. Qualcosa forse può essere possibile, ad esempio, riportando le persone al teatro, a sentire un'opera, magari in smoking. Insegnare ad ognuno di loro a leggere uno spartito, ad essere meno passivi nell’ascolto e nelle scelte musicali. Insomma, credo che occorra in un modo o nell'altro affinare quell'occasione di vivere la musica che, che nell'ultimo secolo, è stata “inquinata” dalle logiche economiche delle case discografiche.

                                                      
                       Francesco Mattacchione
                       Classe III Asu

                Liceo delle Scienze Umane

           Istituto Magistrale “Varrone” - Cassino

Nessun commento:

Posta un commento