giovedì 3 dicembre 2015

LA DEPRESSIONE. Il guerriero perduto e lo sciamano scomparso

Presentazione del libro del prof. Ettore Pasculli
Lunedì 30 novembre, alle ore 10.30 presso l’Università degli studi Lettere e Filosofia di Cassino, ha avuto luogo la presentazione del libro:  “La depressione. Il guerriero perduto e lo sciamano scomparso” di Ettore Pasculli, psichiatra, psicoterapeuta e docente alla facoltà di medicina della Sapienza di Roma.  Noi della classe V a del Liceo delle Scienze Umane (Istituto Magistrale “Varrone” di Cassino) abbiamo partecipato a questo evento, accompagnati dal prof. Roberto Folcarelli,  perché alcune tematiche (soprattutto a carattere antropologico) fanno parte del nostro percorso di studio.

Il prof. Ettore Pasculli e la dott.ssa Alessandra Zanon

Oltre all’autore sono intervenuti al dibattito il Dottor Giovanni De Vita, la dott.ssa Pamela Papetti,  la dott.ssa Gioia Marzi, la dott.ssa Alessandra Zanon e il dottor Simone Nifesi, alla presenza di molti studenti universitari, oltre tante altre persone interessate.
Nel suo libro, il Professor Pasculli affronta il tema della salute “mentale”individuale, con il problema della malinconia, ovvero una sindrome affettiva caratterizzata da una tristezza morbosa che paralizza l’azione. Ma in questo libro, non è una intesa soltanto come malattia, ma anche come stato d’animo ed emozione.

La "delegazione" del Liceo delle Scienze Umane"


“Quella bella melancolia che mi faceva scrivere”;  attraverso questa frase del celebre poeta Giacomo Leopardi, Pasculli vuole darci una nuova visione innovativa per quanto riguarda la depressione, vista sempre in modo negativo, un cancro, una prigione, una “lottatrice di sumo accucciata al petto”. Invece, può essere considerata anche come un’energia che spinge ad agire, a reagire, a cambiare ciò che non funziona.



Una fase del dibattito con l'intervento della dott.ssa Papetti


Infatti,  l’autore ha evidenziato in  essa degli aspetti positivi: “la depressione è un nuovo modo di sperimentare (di soffrire, ma anche di godersi il mondo), di vivere e di scoprire il mondo; la depressione è opportunità. Inoltre può essere il punto di partenza per cambiare il modo di vivere; ne è esempio concreto il film vincitore dell’Oscar, <<La grande bellezza>> di Sorrentino. Dunque, la melancolia possiamo anche definirla un inno alla vita”.

Van Gogh "Ritratto del dottor Gaceth" e "vecchio disperato"


“La depressione. Il guerriero perduto e lo sciamano scomparso” è un libro fondato tra fusioni di mito, cultura, scienza e storia. Perché la scelta del mito tra circostanze reali? Perché il mito ci permette di superare il nostro dramma, il nostro pensiero negativo sulla morte, andare al di là dei limiti imposti dalla realtà.
Un altro elemento citato da Pasculli è la dimensione femminile: “un labirinto che invita l’uomo ad entrare per metterlo alla prova”. Ancora una volta l’autore fa riferimento al mito per spiegare una realtà complessa, l’uomo che si sente superiore alla donna, ma senza le donne non è nulla: “non vince se non aiutato da una figura femminile”.

La "Grande Madre"


Di grande spessore gli interventi degli altri relatori. In particolare, il prof. De Vita si è soffermato sulle dimensioni antropologiche rintracciabili nel testo presentato e sulle numerose suggestioni che ne risultano. Una sorta di invito a cogliere la complessità delle vicende umane alla luce di una cultura che riesca a spaziare anche nelle oscure pieghe di tante situazioni esistenziali, non sempre “ordinarie” o consuete.


L'intervento del prof. Giovanni De Vita, curatore della presentazione

Per noi studentesse del Liceo delle Scienze Umane è stato un incontro molto importante, ricco innanzitutto di cultura e anche di motivazioni, comunque fondamentale perché la presentazione del libro ha toccato tanti settori del sapere che riguardano fortemente i nostri studi (dalla psicologia all’antropologia, dalla pedagogia alla sociologia). Un’importante occasione per accrescere le nostre conoscenze e per iniziare a proiettarci nel mondo universitario.


Ilaria Nittolo e Ilaria Tersigni
Classe V A 
Liceo delle Scienze Umane
IMS "Varrone"











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