Prosegue
il nostro viaggio in Islanda all’insegna del divertimento e della
curiosità. Domenica mattina abbiamo potuto dormire un po’ di più:
infatti, la nostra sveglia è suonata alle 9,30. La colazione era
molto abbondante, com’è solito esserlo qui; c’erano peperoni,
cetrioli, uova, pomodori, burro, skyr (un tipico formaggio fresco
mescolato con panna, zucchero e frutta), uva, pane, prosciutto,
formaggio e un dolce al cioccolato. Non avrei mai pensato di fare una
colazione del genere, eppure non è niente male! Per pranzo, insieme
ad Asta, la ragazza che ci ha ospitato, abbiamo incontrato le nostre
professoresse in un ristorante qui vicino. Ci hanno servito degli
ottimi bastoncini di merluzzo, delle patatine fritte con della
maionese, un pasticcio di cipolle, patate e pesce e del ‘brownbread’,
una specie di pane tipico islandese. Come dolce c’erano due torte,
una al cioccolato e una alla vaniglia: devo dire davvero ottime!
Abbiamo poi trascorso tutto il pomeriggio in autobus tra una fermata
e l’altra.
Prima
tappa del nostro giro era il ‘Cimitero delle Case’ e la vicina
‘Pompei del Nord’. A causa dell’eruzione vulcanica del 1973,
infatti, sono rimaste sotto la cenere centinaia di case e in loro
memoria vi è un cimitero. Tuttavia si sta cercando di riportare alla
luce ciò che ne è rimasto. Proseguendo, siamo giunti presso il
vulcano Eldfell, la cui ultima eruzione risale al 1973. Questa, a
causa della grande quantità di colata lavica, creò una nuova area
chiamata Eldfellstraun. Con grande spirito di avventura, ci siamo
incamminati su una pendice secondaria del vulcano. Ciò non è stato
per niente facile: il vento, con moltissima forza, spirava contro di
noi e sollevava tanta cenere, che finiva soprattutto nei nostri
occhi. Prima di tornare a casa abbiamo visitato il museo di Surtsey,
un’isola formata da un’eruzione vulcanica sottomarina tra il 1963
e il 1967. Nel luglio 2008 è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco
e, attualmente, gli scienziati studiano su di essa la colonizzazione
di piante, animali e organismi marini: per questo motivo rimane
chiusa al pubblico. Ma non ci siamo dedicate solo alle questioni
“importanti”; con nostra grande sorpresa, Asta ci ha portate a
vedere una partita di calcio in uno stadio dell’isola. Però,
l’unica cosa che abbiamo capito con ragionevole certezza è che la
partita è finita in parità!
Quando
siamo tornate a casa, appena varcata la soglia di ingresso, ci ha
avvolto un profumino delizioso: erano lasagne. Certo, non sono come
le nostre lasagne italiane, ma devo dire che non erano niente male.
Così, con questo odore, ci siamo addormentate sapendo che un altro
giorno era passato e che l’indomani ci attendeva di sicuro con
qualche interessante novità. Lunedì mattina ci siamo alzate presto
perché alle 8,00 dovevamo stare in una delle scuole aderenti al
Comenius. Quella in cui siamo andate noi era una scuola elementare: è
grandissima e ci sono molti laboratori: di musica, di scultura, di
cucito, di falegnameria, di disegno, di cucina, oltre la mensa e uno
spazio esterno dove i bambini possono giocare. Ogni paese dell’Unione
Europea doveva fare una lezione nella propria lingua madre in un
classe della scuola. A noi è capitata una quinta classe; qui abbiamo
insegnato ai bambini i numeri, i colori e le regioni italiane.
Sembravano davvero entusiasti e devo ammettere che apprendono davvero
velocemente. In un batter d’occhio era passata un’ora perché
stare in loro compagnia è stato molto piacevole. Molto carino è
stato anche frequentare la mensa, a mangiare tutti insieme. Il menù
era semplice: pesce e patate. Dopo aver preso un caffè e un pezzo di
dolce nella sala dei professori, siamo andati a fare una passeggiata
sulla costa, che si trova poco distante dalla scuola. Abbiamo visto
una montagna sul mare che aveva la forma di un elefante: era davvero
realistico! L’acqua era limpida ma, a causa del forte vento, il
mare era molto agitato. Travestiti da personaggi dell’epoca, i
bambini ci hanno offerto, in una casetta sulla costa, una bevanda
(malto e aranciata) e dello harzifiskur (fettine di pesce essiccato).
Scattata qualche foto siamo tornati a scuola.
Dato
che quando fa molto freddo il corpo consuma molte calorie, ne
consegue il fatto che mangiavamo sempre. Infatti, solo dopo una ricca
merenda, abbiamo osservato tutti i lavori che avevano preparato le
varie scuole dei paesi partecipanti. Verso le 17,00, insieme ad Asta,
non poteva mancare un giro per i negozi; non se ne trovano molti, ma
quelli che ci sono hanno un aspetto carino. Avendo questa rara
possibilità, non potevo sprecarla per non comprare la liquirizia! Ed
eccoci alla fine del nostro soggiorno: questi giorni sono trascorsi
velocemente, ma ognuno con il suo indimenticabile fascino.
Alessia
Valente
II
A Liceo delle Scienze Umane
Istituto
Magistrale “Varrone” di Cassino
La costa islandese. A destra si nota la roccia a forma di elefante |
La famiglia che ci ha ospitate (la terza a destra sono io e la quarta è la mia compagna Alina) |
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