“Ascolta, Paula, ti voglio raccontare una storia, così
quando ti sveglierai non ti sentirai tanto sperduta. Non so come raggiungerti,
ti chiamo, ma non mi senti, perciò ti scrivo”
Queste sono le parole della scrittrice Isabel Allende nel
romanzo Paula, dedicato alla figlia colpita da una grave malattia che la porterà
alla morte. “La morte vaga per i corridoi e il mio compito è di distrarla
perché non trovi la tua porta”. Il mezzo al quale la scrittrice si affida è la
parola, fonte di sfogo e di dolore.
“ La parola è un gran signore, che con piccolissimo corpo e
del tutto invisibile, divinissime cose sa compiere; riesce infatti a colmare la
paura, a eliminare il dolore, a suscitare la gioia e ad aumentare la pietà” ;
questo è ciò che pensava Gorgia sulla parola, uno dei più grandi sofisti
dell’antica Grecia, i quali fondarono le loro dottrine filosofiche sull’arte
del saper parlare bene, con l’intento di convincere gli interlocutori delle
loro tesi.
“I sofisti” di oggi potrebbero essere artisti e poeti che
esprimono emozioni e stati d’animo affidandosi alla parola, inducendo il
lettore a riflettere e a ricorrere costantemente all’intelletto.
E’ possibile esprimere ciò che si pensa attraverso l’uso
della parola: “Tutti hanno
diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. E’ l’articolo 21 della Costituzione Italiana.
Purtroppo oggi la mancanza del diritto di parola è ciò che
ha portato l’uomo a schierarsi contro popoli e culture differenti compiendo
violenze inaudite. Ne è testimonianza il recente attentato compiuto a Parigi ad
opera di due terroristi islamici contro la rivista settimanale satirica “
Charlie Hebdo”, rivendicando il loro Dio che era stato oggetto di satire da
parte del giornale, impedendo in questo modo estremo la libertà di parola.
La parola può essere portatrice di importati cambiamenti.
Gandhi, ad esempio, con la parola portò il grande messaggio della non violenza
organizzando delle campagne in cui si discuteva di questi problemi. Sembra
banale l’idea di avere la parola, ma non ci accorgiamo di quanto essa possa
essere importante, tanto da essere considerata un “dono di Dio” perché ha in sé un grande valore, permettendo
agli uomini di rendersi liberi dai pregiudizi e da violenze di ogni genere.
Talvolta oggi la parola non ha lo stesso valore del passato:
molte immagini particolarmente significative ed eloquenti sono in grado di
trasmettere molto più di ciò che si può esprimere con una sola parola.
Ma è solo grazie ad essa se oggi conosciamo la nostra
storia, il nostro passato ed è proprio grazie ad essa se riusciremo a scrivere
il nostro futuro.
Nittolo
Ilaria IVASU - Martino Desideria IVAL -Tersigni Ilaria IVASU
Liceo delle Scienze Umane - Liceo Linguistico
Istituto Magistrale “Varrone” di Cassino
Da sinistra: Martino Desideria, Nittolo Ilaria, Tersigni Ilaria |
Nessun commento:
Posta un commento