Hanno perso
tutto; le loro vite sono oscure, come una notte senza stelle. Hanno perso
tutto; la loro quotidianità ,un tempo biasimata, ora rimpianta. Hanno perso
tutto; la loro spensieratezza, la convinzione che alla fine capita sempre agli
altri. Ma le vittime da sacrificare sull'altare della povertà sono state loro: i
nuovi poveri. Le luci sfavillanti dell'Albero della Vita coprono le necessità e
i bisogni dei nuovi poveri; ma nel dopo Expo è ancora più evidente che non
possiamo restare impassibili di fronte alla drammaticità di queste vite.
Vincent Van Gogh |
Una
importante azione di aiuto verso coloro che vivono queste drammatiche
condizioni è svolta dalle numerose associazioni che donano loro un supporto .Ad
esempio, il Banco Alimentare
recupera eccedenze alimentari e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni
caritative che svolgono una attività di assistenza verso gli indigenti. Di
fronte alla tragicità di queste vite sospese non si può non notare che un gran
numero di poveri è costituito dai minori. Si apre, in questo modo, un nuovo
problema: l'esclusione sociale. Molte volte questi giovani sono tenuti fuori
dalla società, non è riconosciuto loro il diritto o la possibilità di far parte
di un gruppo, di godere di una prerogativa; sono estromessi dal sociale e, attraverso
la logica irrazionale dell'abitudine all'omologazione del pensiero, non
considerati idonei di fronte a coloro che sono stati più fortunati.
Questo
processo multidimensionale di allontanamento impedisce loro la piena
partecipazione alla loro stessa comunità. Il poeta Inglese W.H.Auden affermava:
"La fame non lascia altre
scelte:amarsi gli uni con gli altri oppure morire".
Per
comprendere a fondo il significato intrinseco di questa frase e, dunque, per
immergersi a pieno nelle vite di queste persone, bisognerebbe partecipare alla
loro quotidianità, recandosi in quello che è il punto di riferimento dei
diversi clochard, ovvero la mensa della Caritas. Si farebbe parte di un mondo
in continuo movimento, in cui alcuni non avrebbero mai immaginato di doversi
trovare. Da qui, dunque, possiamo affermare che quella della povertà, molto
spesso, non è una condizione che si acquisisce dalla nascita, ma può
presentarsi all'improvviso.
Ci
colpisce,la povertà, fredda e impassibile ,e ci trasporta nella sua irregolare
normalità. Negli ultimi anni, soprattutto a causa della crisi economica e alla
conseguente formazione di nette diseguaglianze tra i redditi, le vite di molte
persone sono state turbate, e si sono venuti a creare vari tipi di povertà, con
effetti gravi e spesso duraturi.
La parola
"povertà"può avere varie accezioni, e il concetto stesso di povertà è
di interpretazione incerta e dibattuta: si vengono, così ,a creare due
principali tipi di povertà: quella relativa e quella assoluta .
Rosario Capuana |
La povertà
relativa è quella che negli ultimi anni si è maggiormente diffusa; ha causato, in
coloro che sono stati coinvolti dalla sua violenza, una situazione di malessere
e di disagio, determinato da profondi squilibri interiori e dalla mancata
corrispondenza tra valori e stili di vita, sintomo e allo stesso tempo
conseguenza di mutamenti organici e strutturali. La lotta alla povertà ai fini
di ottenere una società più equa ed omogenea è un tema etico sempre più ricorrente.
È necessario, dunque, attuare politiche economiche allo scopo di arginare
questo fenomeno. Una importante e vigorosa azione in questo senso è svolta
anche grazie alla diffusione dell'informazione, alla introduzione di Internet
e, quindi, alla globalizzazione.
Tutti questi
elementi hanno contribuito ad una maggiore sensibilizzazione della società
civile, che si è resa conto che non possiamo più fare finta di niente, non
possiamo più permettere che quello della povertà diventi un fenomeno circoscritto
ed isolato. La povertà ci ricorda che gli altri siamo noi. È entrata nelle
nostre strade, nei nostri occhi, nelle nostre vite, in maniera così eclatante. Ha
distrutto la nostra illusione di benessere. Non siamo nati per vivere questo, ma
bisogna scegliere di vivere. È la sola risposta possibile.
Andrea Santo
– V A
Liceo Linguistico
IMS “Varrone” – Cassino