Immaginate di entrare
in una libreria, quella che di solito frequentate e di provare a resistere alla
tentazione di iniziare a sfogliare i libri. Più facile a dirsi che a farsi.
Con le loro copertine intriganti e decorate
ed il loro profumo intenso di carta stampata sono più invitanti delle sirene di
Ulisse, sottrarvisi è impossibile. Basta aprirne uno, sfogliare le prime
pagine, leggere qualche riga per incamminarsi in un sano circolo vizioso dal
quale non si vuole più uscire: un libro tirerà l’altro.
Che la lettura fosse importante lo si sapeva
da secoli, già ai tempi di Cicerone, che nel suo “Pro Archia poeta” affermava
che “non esiste occupazione dell’animo più nobile […] è di stimolo ai giovani,
costituisce un godimento per i vecchi, [i libri] rendono più belli i momenti
felici, offrono rifugio e conforto in quelli dolorosi”. Così la lettura è
compagna ideale per trascorrere il viaggio esistenziale, sino a Machiavelli che
si rifugiava nella sua stanza assieme ai classici e quasi si trasferiva in
loro, “entro nelle antique corti degli antiqui huomini,dove, da loro ricevuto
amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, et che io nacqui per
lui” e né la morte,né la povertà né qualche altro affanno lo disturbava.
Eppure recenti studi hanno dimostrato che in
Italia si legge pochissimo. Complici i ritmi frenetici, la totale assenza di
voglia ed il poco tempo a disposizione. Come trovarlo, allora?
La risposta la dà D.Pennac in “Come un
romanzo” affermando che “il tempo per leggere come il tempo per amare, dilata
il tempo per vivere […]. La questione non è sapere se ho o non ho il tempo per
leggere (tempo che nessuno,d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia
di essere lettore.” Perché leggere è, prima di tutto, un piacere che concediamo
a noi stessi, un cibo delizioso per l’anima e la mente. Occorre tempo per
leggere, questo sì, fosse solo per trovare il luogo adatto e la posizione
giusta; ognuno ha le proprie preferenze: alcuni leggono con la musica a tutto
volume nelle orecchie, altri al contrario, non riescono ad “immergersi” nella
storia se non sono circondati dal più assoluto silenzio. C’è chi resta immobile
in una posizione per ore ed ore e chi la cambia in continuazione per trovare
quella ideale che non stanca.
A grande sorpresa, però, tra il restante
gruppo dei “paladini della lettura”, italiani che si dilettano nel leggere,
troviamo molti giovani. E chi se lo sarebbe mai aspettato di vedere un
adolescente abbandonare Twitter e WhatsApp
per dedicarsi interamente a un bel libro od un fumetto sorseggiando del tè
caldo? Complici i libri di “nuova generazione”, come le saghe fantasy (Harry
Potter, Shadowhunters… ) che hanno iniziato milioni di ragazzi al “culto della
lettura”. Anche la scuola svolge un ruolo importante per “arruolare” nuovi
seguaci, spesso introducendo nelle letture estive i libri che vedono come
protagonisti proprio dei teenagers coinvolti in problemi tipici
dell’adolescenza; nelle scuole tedesche, per esempio, è stato introdotto “Noi,
i ragazzi dello zoo di Berlino” per informare i giovani sugli incubi del mondo
delle droghe. Ai meno “fortunati” toccano classici della letteratura italiana
(e non solo), spesso non graditi dagli studenti come i loro preziosi amici
cartacei d’avventure immaginarie, ma comunque importanti per la propria
formazione culturale.
Però a volte è proprio la scuola ad iniettare
un’idea negativa dei libri e della lettura, trasformando il piacere in un
dovere tutt’altro che appassionante.
E ai coetanei che “accusano” i giovani lettori
di non sapersi divertire, che li invitano a non perdere tempo con “roba
antica”, si può rispondere sapientemente: «chi legge tutto il tempo non è che
non abbia una vita, ha solo scelto di viverne molte. »
Esiste poi l’attuale questione del libro cartaceo
contro quello digitale; quest’ultimo c’è chi lo preferisce per la praticità e
chi lo condanna, colpevole di togliere la magia ed il gusto di sfogliarlo ed
annusarlo. Qualunque sia la conclusione, l’importante è che ci si goda la
lettura nel migliore dei modi.
I libri sono amici preziosi, portali
incantati che ci portano a scoprire nuovi mondi nei quali scappare quando la
realtà si fa troppo triste o pressante; ogni opera letta lascia segni su di
noi, buoni o cattivi, visibili o impercettibili che siano; ci aiutano a
conoscerci meglio ed a comprenderci, mettendoci davanti situazioni che
chiedono: “e se fossi stato tu, al posto del personaggio, cosa avresti fatto?”
La passione per loro non la si può inculcare né insegnare,
deve venire da dentro affinché sia spontanea e bisognerebbe indirizzare i
bambini su questa via sin da piccoli, portandoli magari nella biblioteca di
quartiere per mostrare loro quanto possa essere meravigliosa la presenza
imponente di tanti libri tutti insieme. E non stupirsi se, ammaliati da tanta
bellezza, insistano per volerci restare per sempre.
Bianca Fagioli
Istituto Magistrale
“”Varrone”
Liceo Linguistico
Classe IV A